La riscossa dei piccoli centri: Rasiglia e il local marketing

Rasiglia e il local marketing
21 Febbraio 2019

Domenica era una bellissima giornata di sole e, zaino in spalla, ho colto l’occasione per scoprire le bellezze del Centro Italia, vestito da turista. Mi sono fermato in un piccolo borgo montano dell’Umbria e precisamente a Rasiglia, quattro case arroccate, poco distante da Foligno. La fama del luogo ha avuto negli ultimi tempi un’esplosione di popolarità.

Ma perché?
Centra qualcosa il local marketing? Vediamolo insieme…

Un mix di diffidenza e curiosità mi ha portato qui, ma ahimè rimango un po’ deluso.
Dico la verità, un po’ me l’aspettavo: non che non sia affascinante, ma lo è come tanti altri borghi d’Italia. Niente di eclatante, insomma, tranne una particolarità non da poco: un piccolo torrente, in parte artificiale, che scorre tra le vie del paese e che un tempo azionava pale di opifici e piccole centrali elettriche.

Rasiglia: il borgo poeticoCosì, passeggiando fra le piccole arterie del borgo, da buon turista naso all’insù e mani dietro la schiena, mi sono reso conto di una cosa, che potrebbe suonare più o meno così:

“Secondo me questi Rasigliesi (si dice così, giusto?)… stanno applicando alcune regole fondamentali del web marketing a questo piccolo borgo… e lo fanno davvero bene!“
Infatti frotte di turisti affollavano le viuzze e con l’arrivo della bella stagione il numero crescerà in maniera esponenziale. Ma come ha fatto una frazioncina che conta meno di 40 anime (fonte wikipedia) a scatenare questa “necessità” turistica?

Vediamolo, per punti

1. DIFFERENZIAZIONE

Rasiglia non accoglie i turisti: non ci sono bar e ristoranti in centro, non ci sono negozi se non qualche piccola bottega. Non c’è nulla. E allora? Sfrutta ciò che lo rende unico rispetto a tutti gli altri: il torrente e gli edifici annessi. Tutto quello che c’è da vedere a Rasiglia (e che meraviglia!) è questo gioco d’acqua che scorre sotto le case, aziona vecchie pale che muovono macine che fanno (facevano?) la farina con cui preparare il pane. E che ti vendono nella piccola botteguccia. E il turista? Di queste cose ne va matto! E tutte le carenze passano subito in secondo piano.

2. STORYTELLING

Lungo tutte le vie del borgo si vedono iscrizioni di poeti illustri e foto che inneggiano alla tranquillità del posto e alla semplicità (oltre che alla durezza) della vita contadina. E allora ti trovi a seguire un teorico percorso di gigantografie in bianco e nero, che per immagini ti raccontano la semina e la raccolta dei cereali e mentre le segui ti trovi davanti al mulino che è il punto d’arrivo di questo percorso. E quando hai seguito il sentiero, visto il mulino e magari sporcato le scarpe di farina, come puoi non assaggiare e comprare una bella pagnotta croccante?
Costi quel che costi.

3. SERVIZI

Sarò sincero: i servizi per l’utente mancano completamente. Possiamo trovare soltanto un minuscolo bar che cerca di far fronte a orde di turisti assetati e affamati. E se vuoi pranzare? I ristoranti sono a qualche chilometro, strapieni perché insufficienti. Parcheggi? Ti devi adattare: o nel fango o sulla strada.

Rasiglia: il borgo intorno al fiume Menotre

Questo racconto domenicale vuole portare alla luce le strategie che un piccolo borgo sta adottando per non scomparire.
Lotta con le armi che ha contro il fisiologico spopolamento dei piccoli centri.
E sapete una cosa? Ci sta riuscendo.
Come? Con le stesse leve che nel web marketing danno luce a chi si staglia dal “sentito dire” con la propria originalità, con la volontà di mostrarsi unici, con il sacrificio.

Chi si occupa del turismo a Rasiglia lo fa in maniera oculata e si nota che dietro questo “storytelling paesaggistico” c’è un progetto, migliorabile d’accordo, ma sicuramente ben studiato. Avanti così!

Online ed offline: mondi differenti, strategie simili

E come l’ecommerce della piccola bottega artigiana combatte il marketplace che gli toglie profitti, il piccolo borgo lotta contro i grandi centri puntando su un’esperienza utente memorabile per far fronte alla carenza di servizi.

Immagini, parole e una forte sensazione di appartenenza.

Questa è la strada giusta per emergere. E che sia online od offline, cambia veramente poco.