La vita ai tempi di Amazon
Non sarà un articolo per vecchi nostalgici in cui rimpiangere tempi (tra)passati. Non parleremo dei vantaggi del ‘900, epoca libera dalla tecnologia dove immaginavamo un futuro di auto volanti. Qualche domanda però ce la siamo fatta: com’era la vita prima di Amazon?
Cos’è cambiato nella nostra quotidianità senza che ce ne rendessimo conto?
Ma soprattutto, riusciremmo davvero a vivere senza? Vediamolo insieme, tra legittimi dubbi e qualche strana scoperta…
In principio era un ecommerce
In verità è ancora un ecommerce, ma qualche anno fa lo era molto di più. Amazon era un marketplace che, come altri, proponeva prodotti. Quindi entravi nel sito, cercavi ciò che ti serviva e ti facevi un’idea. Poi continuavi la tua ricerca altrove e infine, tutti sullo stesso piatto, sceglievi il migliore. Forse…
Ed oggi?
Nel 2019 definire Amazon un ecommerce è considerare la Gioconda un bozzetto. Troppo riduttivo, persino sbagliato. Amazon non è un ecommerce perché ha dinamiche differenti da quelle della vendita online.
Lui non vende, sei tu che compri.
È il motore di ricerca preferito per i tuoi acquisti. Non chiedi a Google, vai da Amazon che ne sa persino di più. Forse…
Come valuti se il prezzo dell’aspirapolvere che desideri non è una truffa? Vai su Amazon.
Chi ti dice se durerà per tutta la vita? Le recensioni… che trovi su Amazon.
Chi te lo porta a casa prima di aver deciso se la vuoi davvero? Amazon, Amazon e ancora Amazon.
È il paradiso del tutto e subito, ma non solo.
Intrattiene le serate uggiose di novembre con le sue serie tv, i suoi film in anteprima, i suoi ebook a prezzi di saldo. Ti entra in casa con il suo dispositivo “intelligente” che scioglie i tuoi dubbi, prende appunti al posto tuo, accende le luci sul far della sera, regola il termostato se la temperatura va giù. E se tra i mille impegni della tua giornata no-stop dimenticassi di acquistare i pannolini per il bebè? Oddio, non sia mai! “Dammi qua, ci penso io”, è il fantasma di Amazon Family. Una famiglia, appunto. Non un ecommerce.
Tutto ciò è bellissimo, ma…
Intrattenimento a portata di click, la comodità di non alzarsi dal letto per spegnere le luci e tanto altro. Non hai tempo? Vengo io, quando vuoi tu, dove vuoi tu. Fantastico. Ma la corsa al tempo ha i suoi lati oscuri. Ed ecco che quell’attesa che dava importanza all’acquisto si perde, appiattita da una distanza troppo breve tra desiderio e possesso. Tutto e subito, che sia un pacemaker o la cover di Winnie The Pooh poco importa. Un peccato, non trovi?
Che vita sarebbe se ci svegliassimo “Amazon free”?
Ma in un ipotetico scenario, per molti catastrofico, in cui Amazon non esistesse più, la nostra vita sarebbe davvero la stessa? Vediamo. Se volessimo comprare l’aspirapolvere di prima, dovremmo iniziare a cercare informazioni e non ad acquisirle soltanto. Quindi si torna su Google a spulciare recensioni, a confrontare prezzi, ad attendere più di 24 ore prima che il corriere bussi alla tua porta. Il filosofo Lessing diceva che “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere” e noi ci crediamo davvero.
Altro? Vediamo. Se non avessimo l’intrattenimento a centimetri zero, se per un film dovessimo macinare chilometri nella nebbia, se per la nuova serie tv americana dovessimo attendere 6 mesi, saremmo pronti? Riusciremmo ad abbassare i ritmi, ad attendere a tempo indeterminato, a metterci in macchina per vedere un’anteprima? Chissà…
E poi siamo in grado di rinunciare alle facilities di Alexa?
Controllare lo stato di un ordine con la voce, sapere sdraiati sul divano cosa dovremo fare domani e che tempo farà nel week-end. Poter dettare la lista della spesa, alzare la temperatura se sentiamo freddo, ascoltare la musica che ci piace senza il rischio di non sapere dove sia il cd. Più un terremoto che un cambiamento, non trovi? Diciamolo insieme: Amazon non è un sito dove acquistiamo cose. È comodità, intrattenimento, facilities, rapidità, sicurezza. È la soluzione pret-a-porter per le nostre presunte “necessità”. Riempie il tempo libero, ci ricorda dei bisogni del nostro bebè, si prende cura di tutti.
“Alexa, posso fare a meno di te?” “Oddio, no!”
E temiamo abbia proprio ragione…