Fake news: se le riconosci le eviti
Sentiamo spesso parlare di fake news, di “bufale” e di ignoranza online. Ma cos’è davvero una fake news? Perché funziona? E se non le riconosciamo, cosa succede?
Fake news: come si diffondono? E perché ci crediamo?
Facciamo una premessa: le fake news sono sempre esistite. Ciò che non esisteva, invece, è il mezzo con cui si trasmettono: i social network.
Se prima rimanevano sterili discussioni da bar, ora grazie ai social, hanno una diffusione esponenziale. Notizie prive di fondamento in breve tempo diventano virali viaggiando da una piattaforma all’altra senza controllo.
Vediamo, per punti, come riescono a ingannarci:
1. Parlano alla pancia
“Ci stanno uccidendo, ma non lo dice nessuno” ed ecco in bella mostra un aereo che rilascia “pericolose” sostanze chimiche dietro di sé.
Notizie che non trovano conferme, ma che inneggiano al complotto e ci danno proprio ciò che chiediamo: un nemico comune con cui prendersela.
2. La notizia di partenza è vera (o verosimile)
Attenzione, una fake news ha sempre una base di partenza veritiera. E’ vero che un aereo lascia una scia dietro di sé, ma ciò che la rende “fake” è il fatto che quella scia non è composta di pericolosi reagenti chimici che controllano le nostre menti. E’ vapore acqueo, tutto qui.
Ma non vogliamo crederci.
Ma perché lo fanno? Chi guadagna su questi inganni?
In realtà dietro queste notizie false spesso c’è un business di cui non sei a conoscenza. Vediamo come guadagna chi mette in giro informazioni senza fondamento, ma con una grande carica emotiva:
1. Marketing indiretto
Ecco come funziona: trovi una notizia che ti allarma su un social network, clicchi il link per approfondire e vieni indirizzato su un sito web che, grazie alla tua curiosità e a quella di altre migliaia di persone, guadagna un sacco di soldi soltanto con la tua presenza. Figurati poi se inizi a navigare tra le altre bufale che troverai nel sito stesso.
In poche parole: milioni di gocce fanno un mare. Di soldi, ma non per te.
2. Marketing diretto
Grazie alla tua “sete di conoscenza” arrivi su un sito che cerca di farti lasciare i tuoi contatti.
L’iscrizione ad una newsletter, a inserire i tuoi dati personali, a scaricare qualcosa o ad abbonarti ad un servizio. E ognuna di queste operazioni generano denaro per chi le promuove.
Quindi a te la falsa notizia, a chi l’ha creata il denaro. Ti sembra giusto?
Ma com’è composta una fake news? E come è possibile riconoscerla?
Abbiamo detto che le fake news puntano alla pancia, fanno leva sulla convinzione comune che qualcuno ci stia nascondendo qualcosa di molto serio. E per avere “l’effetto conquista“ sono costruite ad hoc per ingannarci.
Vediamo quindi cosa controllare per capire se siamo incappati in un truffatore:
1. La notizia non è datata e firmata
Fai attenzione se non trovi l’autore della notizia e la data di pubblicazione. E se anche la notizia avesse un “padre” cerca quel nome su internet e vedi cosa esce.
È molto probabile che troverai altre fake news di quel “bufalista seriale”
2. Il contenuto è allarmistico
Molto spesso la volontà non è quella di informare, ma di allarmare. E quindi si fa largo uso di tematiche attuali. Due su tutti: immigrazione e terrorismo.
Perché un lettore impaurito è più vulnerabile e propenso a cedere a rimedi “pret a porter”
3. Non fermarti al titolo
Un titolo a sensazione ci mette in uno stato mentale di debolezza e tendiamo ad assecondare tutto ciò che leggiamo. Recupera il tuo senso critico e troverai incongruenze nel testo. Provare per credere.
4. Il sito è autorevole?
Verifica sempre l’autorevolezza del sito per capire il valore di una notizia. È una testata giornalistica riconosciuta? Se trovi intorno a te soltanto notizie “a sensazione” il messaggio è chiaro: esci da lì
5. Cerca conferme altrove
Se sei confuso, se trovi ci siano discordanze in ciò che leggi, se è troppo bello (o brutto) per essere vero, fai una ricerca più approfondita. Cerca conferme su Google o riferimenti autorevoli. Se non trovi nulla o ciò che trovi proviene sempre da fonti dubbie, lascia perdere: sei di fronte ad un falso.
Ok, ora sappiamo come si crea una fake news, il business che c’è dietro e come difenderci.
Ma ti sarai chiesto: che problema c’è se condivido una fake news?
Vediamo un po’:
Dai visibilità ad un sistema dannoso
Condividere informazioni false è eticamente sbagliato e può, in certi casi, diventare persino pericoloso. Immagina una persona malata, sola o senza lavoro quanto sia vulnerabile e quanto rischi di cadere in tentazione di fronte ad offerte “risolutive”, ma false.
Con un gravi ripercussioni sulla sua stabilità mentale, sul suo futuro e sulla tua coscienza
La tua reputazione ne risente
Ricorda: i tuoi contatti vedono ciò che condividi. E se da te escono soltanto fake news… tu stesso sarai considerato un fake. Guardati bene dal farlo e non agire d’impulso. Contare fino a 10 è un vecchio rimedio che funziona sempre
Pensaci prima di condividere qualcosa: che sia una foto, un video, un testo.
Chi scrive bufale punta alla pancia di chi legge, non al cervello. Allontanati da questo modo di fare informazione perché arricchisci dei truffatori impoverendo, invece, chi davvero non se lo merita. Compreso tu.