Minimal design: come nasce l’ecommerce Balenciaga?
“Quando una donna è ricca veste Dior, se diventa ricchissima deve vestire Balenciaga”.
Troppo facile pensare che con queste premesse si possa osare. Non è così, perché se da un lato la fama aiuta, dall’altro non concede errori. O ripensamenti.
Quindi? Cosa c’è dietro il minimal design scelto da Balenciaga per il suo ecommerce?
E a noi comuni mortali, conviene emularlo?
Agli albori, era Balenciaga. Una storia centenaria, affascinante, unica.
Un sarto prodigio che veste solo famiglie reali e nobildonne dell’altissima borghesia.
Cristóbal Balenciaga muore nel 1972, ma non la sua fama.
Costruita off-line, continua la sua ascesa con l’arrivo del web.
In controtendenza, come al solito.
Se Dior e Chanel scelgono per i propri ecommerce splendide immagini in landscape, sfilate e location cool, Balenciaga no. Design extra-minimal con testi piccoli, grandi sfondi bianchi e nessuna immagine di presentazione. Per trovare i primi capi bisogna entrare nella scheda prodotto dove nulla è ripreso nel suo ambiente naturale.
Nessun contesto, una user-experience fredda e di testi che ammaliano nemmeno l’ombra.
Storytelling? No, grazie!
Balenciaga non inventa il minimal, lo porta all’estremo, crea la sua differenziazione forte di una posizione di credibilità costruita in cento anni di storia.
E per noi comuni mortali? Sconsigliato emularlo.
Prima metà del ‘900: Balenciaga inventa le camicie blusa, gli abiti tunica, i cappotti e i vestiti a uovo. Passano gli anni e i posteri lanciano un ecommerce che, come allora, rompe le regole. Il sito è più mobile-only che mobile-first.
Una sola CTA, verde prato, nella scheda prodotto: compra! Fine.
Consultarlo da un grande schermo è perfino fastidioso, fin troppo brillante in caso di scarsa luminosità ambientale.
Il footer si legge male, le descrizioni dei prodotti lasciamole stare.
Font piccoli, testi all’osso, ambientazioni assenti. Giusto un po’ di cross selling: scarno pure lui, comunque.
Dove sta il trucco?
Nessun trucco: chi vuole Balenciaga cerca Balenciaga, tutto qui. Conosce il marchio, vuole i suoi prodotti in barba alla SEO, all’algoritmo di Google, alle regole di comunicazione.
E noi? Cosa possiamo cogliere di buono da una scelta così radical?
Molto, in verità.
1. Nessuna pop-up = nessuna invasione nella user-experience
nessuno ti chiede 1000 volte di iscriverti o di conoscere la tua posizione. Niente.
E sono cose che i tuoi visitatori apprezzano. Molto!
2. Scheda prodotto centrata sulla vendita
nessuna distrazione nel processo di acquisto. Prodotto al centro della scena e una sola nota di colore: compra! Inserisci anche tu una CTA in contrasto cromatico. Il tuo obiettivo è la vendita, non dimenticarlo.
3. Dai la massima esperienza mobile
pagine leggere, facilmente navigabili, immediate, leggibili. Assenza di rete, scarsa illuminazione, dita grandi? Nessuna scusa, il tuo visitatore deve trovarsi a suo agio. Dagli un’ottima esperienza, fallo sentire a casa!
4. Check-out semplicissimo
2 passaggi ed è fatta. Il riepilogo in una pagina e un pulsante per concludere l’ordine.
Venduto, avanti un altro!
5. Search-bar onnisciente
la search-bar del tuo sito è una divinità, trattala come tale. Non solo deve conoscere tutto, ma deve portare l’utente esattamente dove vuole andare. E dove vuoi che vada. È un elemento fondamentale: rendilo utile, aggancialo ad Analitycs ed analizza i risultati: ti ringrazierai.
E da cosa, invece, dobbiamo guardarci bene?
1. Valuta bene un design estremo
la differenziazione è un punto di forza, l’estremizzazione un rischio.
Valuta bene prima di prendere decisioni radicali: quanti dei tuoi clienti ti seguirebbe? Quanti ne perderesti?
2. Non essere freddo
ammalia con le immagini, persuadi con le parole. Dai valore al tuo brand, comunicalo bene.
Non ti precluderà una deriva minimal, stai tranquillo.
3. Dai valore ai tuoi prodotti
mettere tutto sullo stesso piano può essere un errore. Se nulla emerge dal contesto, il visitatore potrebbe non “giustificare” un prezzo più alto. Con buona pace dei tuoi guadagni. E dei tuoi sogni.
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E se un giorno Coco Chanel (o chi per lei) ti definirà “l’unico couturier”? Beh, è il momento di fare come vuoi, di osare un po’. Ma non prima.